mercoledì 13 aprile 2022

Lettere a Valentinov di Gabriele Frasca (Luca Sossella Editore)

Mettendo a risuonare l’offensiva di primavera e un articolo di Pasolini del 1974, le purghe staliniste e la corsa allo spazio, i fatti del 1977 e una zarzuela di José Serrano Simeón, un sogno inquieto di Trockij e l’incubo prossimo al risveglio di Philip K. Dick, Frasca descrive un mondo che era già in quarantena prima che ce ne accorgessimo.

Le Lettere a Valentinov nascono intorno a un’interrogazione: com’è accaduto che un secolo iniziato con l’inerzia progressiva delle rivoluzioni sia culminato nella restaurazione di una società ferocemente iniqua e diseguale? E che ruolo hanno in questo scivolamento le pandemie? Gabriele Frasca risponde indagando non poche “rime della storia”, e fra tutte quella che lega l’epidemia di spagnola di un secolo fa, arrivata a falcidiare l’Europa e il pianeta insieme alla prima guerra mondiale, a quella in corso.


 

Lejos. Sedici racconti dal Perù (gran via)

La natura polifonica della società peruviana, fatta di incredibile ricchezza culturale, emerge in questa selezione di sedici storie. Nati tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, questi autori raccolgono e fanno propria la straordinaria miscela di voci e culture tipica del paese andino, ma la costante degli scrittori di questa antologia è anche quella di essere tutti, con rare eccezioni, migranti o figli di migranti, "passeggeri permanenti", capaci di "riconoscersi come parte della propria comunità e allo stesso tempo del mondo", divenendo quindi simbolo e riflesso della crescente affermazione del fenomeno migratorio. E così, facendo tesoro anche dei percorsi di vita che li hanno portati lontano dalla loro terra, una lontananza che ha permesso loro di "prendere posizione e affermare la propria scrittura", si confrontano con molte altre realtà: ciò che ne deriva sono racconti dalla trama solida e dalla tecnica versatile, dove l'approccio individuale viene superato dalla volontà di narrare storie, trasmettendo e condividendo esperienze. 

 


 

Un lungo viaggio di Angelo Guglielmi (Aragno)

Il lungo viaggio raccoglie l'intera carriera e vita dell'autore testimoniata dalla sua attività di uomo, di critico letterario, di operatore cinematografico televisivo e di politico. Una testimonianza non destinata all'attenzione dei posteri (soltanto una presunzione irresponsabile può decidere dei comportamenti e scelte degli ancora non nati) ma ritenuta necessaria, anzi doverosa, rispetto agli oltre 90 anni che tanto è lunga l'età dell'autore. Angelo Guglielmi si è impegnato in più di un "mestiere" (anzi ne ha accumulati numerosi anche contraddittori) convinto che in un '900 così ricco disperso e affollato non bastasse un solo impegno (mestiere) per giustificare (e rimeritare) la vita che gli è stata data. In alcuni ha avuto più riconoscimento e successo in altri meno, ma tutti svolti con la stessa determinazione e impegno (lasciando doverosamente agli anni in cui ha vissuto le sue decisioni). In questo lungo viaggio confluiscono tre dei suoi libri (tra i tanti che ha scritto) ritenuti i migliori e più conclusivi (ovviamente ampiamente ripensati e riscritti, nonché depurati degli aspetti più caduchi appartenenti all'attualità). I tre libri sono "30 anni di impazienza mia" pubblicato dall'editore Rizzoli nel 1965 "Cinema televisione cinema" uscito da Bompiani nel 2013, "Sfido a riconoscermi" pubblicato da La nave di Teseo nel 2019. Il risultato (della confluenza) è un libro nuovo dunque da rileggere che ci appartiene ancora, che riflette le tensioni, le asprezze, la ricchezza del secolo '900 in cui tutti abbiamo vissuto. 


 

Prima edizione del “Festival della Lettura e dell’Ascolto – Campania Libri” | Teatrionline

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Abat Book Museum, il museo digitale dedicato alle storiche copertine dei libri - ilLibraio.it

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"Bookcrossing", come e perché lo scambio gratuito di libri

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martedì 12 aprile 2022

Poetry Box di Donato Di Poce (I Quaderni d’Arte del Bardo Edizioni a cura di Donato Di Poce)

Queste Poetry Box pur essendo il cuore pulsante e appendice del Progetto ©Archivio Internazionale “TACCUINI D’ARTISTA” di Donato Di Poce, (www.taccuinidartista.it), ha una sua specificità e originalità, e un duplice scopo: didattico e focus poetico su un media che ha caratterizzato le avanguardie del ‘900 e ancora denso di “ContaminAzioni” e sviluppi. La scatola, come contenitore ma anche come matrice di senso e di messaggi, custode di sogni e segreti, culla di semi visionari e poetici, in cui immagina, segno, parola e visione si contaminano felicemente e diventano scrigni magici di poetiche di importanti artisti Internazionali e di Alunni della scuola sapientemente guidati e seguiti da Mauro Rea. Queste poetry box, spesso sotto forma di libro d’artista, altre volte di contenitore informale delle più ardite sperimentazioni di linguaggi artistici(disegno, poesia visiva, collage, fotografia, poesia), a volte di pure provocazioni visive, raccolgono i disegni preparatori degli artisti, i diari, i dessins e i collages, le sinopie, gli “sketchbook”, i progetti, i “carnets” gli scarabocchi, la “mail-art” e i “libri monotipi”, in una parola “I percorsi nascosti della creatività”, che ci permettono di entrare nelle “stanze segrete” e negli “atelier” degli artisti, di sbirciare dal loro buco della serratura, per vedere, toccare, leggere, “i taccuini segreti degli artisti”. Queste poetry box, vanno di pari passo con l’originalità dei ”Taccuini d’Artista” e della Street Art di cui condividono la pura passione della ricerca e della comunicazione più intima e vera. Un grido esistenziale tra ricerca artistica e condivisione dell’intimità cosmica, una ricerca di etica e solidarietà che traccia in modo indelebile il cammino dell’umanità. (Donato Di Poce)

 

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Emilio Salgari. Il grande sogno di Ferruccio Parazzoli (Ares)

 Chi l'avrebbe detto che uno scrittore pluripremiato, autore di oltre 50 romanzi e per anni direttore degli «Oscar» Mondadori, avesse un background salgariano? Eppure Ferruccio Parazzoli, come tanti altri ragazzi, ha veleggiato per gli oceani con il Corsaro Nero e combattuto nelle giungle con Janez e Sandokan. In queste pagine Parazzoli racconta il «suo» Salgari. Attraverso gli snodi della narrativa salgariana - la prateria, jungle e foreste, il mare, i deserti e i ghiacci - il lettore rivivrà un'epopea fatta non solo di ricordi, verificando le tracce che la letteratura di fantasia ha lasciato nell'immaginario collettivo. Prefazione di Vittorio Sarti. 

 


 

Il Geografo si è bevuto il mappamondo di Aleksej Ivanov nella traduzione di Anna Zafesova (Voland)

Spassoso racconto di crescita, toccante storia d'amore, spietata satira sulla provincia e sulla scuola.

Perm', primi anni '90. Viktor Slu?kin, biologo alla soglia dei trent'anni in crisi esistenziale, e professionale, si fa assumere come insegnante di geografia in una scuola della città. Ma il nuovo impiego non fa che complicare una vita già consacrata alla bottiglia e ostinatamente sgangherata. E così, tra intrecci amorosi, conflitti generazionali e avventure nella taiga, un'escursione sul fiume si trasforma in una prova di sopravvivenza tanto per i ragazzi che per il loro insegnante.

 


 

Sulla cattiva strada di Sara Benedetti (Nottetempo)

Un romanzo di rara intensità, scritto con le parole scarne, il ritmo e il respiro dei vicoli genovesi. Dove, come sapeva perfettamente De André, la poesia va e viene per le strade, di scorcio, anche quando sono malmesse.

Genova è aperta sul mare e, insieme, chiusa sui caruggi della città vecchia, che si stringono da secoli a difenderla. I ragazzi dei vicoli che popolano il romanzo di Sara Benedetti non sfuggono all'anima nera del loro angolo di città: se i caruggi sono il labirinto in cui si perdono fin da piccoli, sono anche la loro unica difesa dall'assedio di vite difficili, padri sconosciuti, madri piantate in asso, andirivieni dal collegio e dal carcere, piccoli traffici per sopravvivere, grandi traffici per prendere il largo senza mai riuscirci davvero. Nell'arco di trent'anni, la storia di formazione di Tedesco si intreccia con quella di altri outsider: prima di tutto i suoi fratelli di strada della Maddalena, da una generazione di caruggiai alla successiva; poi le prostitute dei magazzini a pianoterra, gli immigrati in cerca di fortuna e soldi, e tutti quelli che restano impigliati a cavarsela tra le vie strette e le case vecchie, attaccate una all'altra, dove le storie vanno quasi sempre nel verso sbagliato e i sogni finiscono anche loro sulla cattiva strada.
 

 

Le sorelle Van Gogh di Willem-Jan Verlinden (Donzelli)

Molto si è scritto sulla corrispondenza di Vincent van Gogh con suo fratello Theo, con il quale condivideva la passione per la pittura e che finanziò la sua carriera d'artista, accudendolo fino alla fine dei suoi giorni. Ben poco, invece, si sa delle tre sorelle Van Gogh: Anna, Elisabeth (Lies) e Willemien (Wil), che pure segnarono in vario modo la vita del pittore e contribuirono alla sua fortuna postuma. Attraverso l'analisi di lettere per la gran parte inedite, Willem-Jan Verlinden ripercorre le biografie delle sorelle Van Gogh, tre donne diverse per temperamento e destino, tratteggiando al contempo un quadro della condizione femminile tra la metà del XIX e l'inizio del XX secolo. Anna, la sorella maggiore, ligia alla rigida mentalità protestante dei Van Gogh, ebbe un rapporto burrascoso con Vincent, disapprovandone i comportamenti ritenuti contrari ai valori familiari. Lies intrattenne una scandalosa relazione con un uomo sposato e coltivò le sue aspirazioni letterarie, ma, caduta in povertà, fu costretta a vendere molti dei dipinti del fratello per sopravvivere. Fu però con Willemien, la sorella minore, che Vincent intrattenne il rapporto più stretto, uniti nell'amore per l'arte e per la letteratura. 

 


 

 

 

Il mio albero di arance dolci di José Mauro De Vasconcelos nella traduzione di Annabella Campanozzi (Blackie)

Zezé vuole fare il poeta e vestirsi elegante. Ma al momento è solo un bambino brasiliano di cinque anni che abita in una favela. A scuola, grazie alla sua immaginazione esuberante, è il pupillo della maestra; a casa, invece, il suo amore per gli scherzi gli procura solo rimproveri e legnate da parte dei genitori. Non è facile per un bambino intelligente e sensibile come lui crescere in una famiglia povera. Per fortuna Zezé ha due amici: il Portoghese, proprietario dell'auto più cool del quartiere; e una pianticella di arance che, un giorno, decide di parlare con lui. Pubblicato per la prima volta nel 1968, Il mio albero di arance dolci è l'emozionante storia di un bambino costretto dalle circostanze della vita a diventare adulto prima del tempo. In questo romanzo José Mauro de Vasconcelos ha ricreato i suoi ricordi d'infanzia a Rio de Janeiro, mescolando realismo, poesia, denuncia sociale e una tenerezza che continua a incantare generazioni di lettori in tutto il mondo. 

 


 

Linea nigra di Jazmina Barrera (La Nuova Frontiera) nella traduzione di Federica Niola

«Ho pensato: tutto quello che scriverò in questi mesi, tutto quello che farò, ma soprattutto quello che scriverò, lo scriveremo tutti e due insieme. Insieme come non si può essere più insieme: l'uno al centro dell'altra.»

«"Linea nigra" racconta il periodo della gestazione con un tale straniamento da farlo assomigliare a un romanzo gotico. Un libro che scuote e allo stesso tempo commuove il lettore»Guadalupe Nettel

«Una prosa splendida ed efficace che riflette in maniera incisiva la realtà frammentata della gravidanza e della maternità. [...] Barrera segue il filo dei suoi pensieri ovunque la portino, e i lettori saranno felici di accompagnarla»Kirkus Reviews


Linea nigra comincia con la scoperta di una gravidanza e finisce con una madre che allatta suo figlio. Tra questi due estremi si snoda quel viaggio enigmatico, impervio e incredibile che è l'inizio della vita e che l'autrice ci fa percorrere attraverso il suo corpo, gli affetti e la letteratura. Grazie al suo spirito da collezionista, Jazmina Barrera richiama la lezione di alcune grandi scrittrici e artiste del passato: da Tina Modotti a Mary Shelley passando per Frida Kahlo, Ursula K. Le Guin, Virginia Woolf, Natalia Ginzburg e Margaret Atwood. Tutte queste voci, guidate e tenute insieme con grande perizia dall'autrice, riescono in un'impresa affascinante: fare della maternità un romanzo e donare a noi lettrici e lettori del XXI secolo un prezioso testo che guarda al futuro aiutandoci a decifrare un presente complesso.

 


 

Platone showrunner. Regole filosofiche per scrivere la serialità di Tommaso Ariemma (Audino)

Non solo la Poetica di Aristotele. Avete mai pensato che è Platone l'inventore della grande scrittura seriale? Siamo ad Atene, nel IV sec. a.C., e Platone dà vita a una delle più importanti strutture seriali di tutti i tempi: i tanti libri con protagonista Socrate e i suoi dialoghi. A dispetto della condanna dell'arte dichiarata nella Repubblica, Platone l'arte della narrazione non la insegna: la pratica. E così, se fino a oggi gli autori di storie sono andati da Aristotele a fare lezione, d'ora in poi ogni scrittore potrà riferirsi anche al suo Maestro, e trovare in lui quell'insegnante che, più di duemila anni fa, ha intuito quello che i migliori sceneggiatori delle serie tv hanno saputo scoprire: l'individualità del protagonista, l'importanza del tema, il conflitto, la creazione di mondi, la capacità di rimandare. Piacevole da leggere, quasi fosse a sua volta un romanzo, Platone showrunner mostra come nell'epoca complessa della complex tv siano proprio i dialoghi platonici il modello da cui trarre le regole per potenziare l'architettura delle serie, dei racconti, dei videogiochi di ultima generazione. Un divertissement alla ricerca della verità. Serio e ironico al contempo, in perfetto atteggiamento socratico. 


 


Dark media. Cultura visuale e nuovi media di Tommaso Ariemma (Meltemi)

Non abbiamo mai abitato un mondo solo umano; anzi, per la maggior parte è sempre stato altro dall'umano, un mondo oscuro che ha permesso alla stella "uomo" di brillare con intensità per un limitato periodo di tempo. La catastrofe è però giunta: valori fondamentali come l'amicizia hanno mutato profondamente il loro senso a causa della Rete, che, attraverso l'evoluzione dei social network, si è trasformata in un grande dispositivo di identificazione di massa in cui persino ciò che credevamo uno scherzo digitale - il meme - si è rivelato enormemente pericoloso. Il nostro presente ci apparirà indecifrabile se non riusciremo a ripensare la sua cultura visuale e la relazione che essa stringe con i nuovi media, accusati di essere in qualche modo agenti malvagi, presenze maligne che assomigliano ora a diavoli seduttori, ora a vampiri dei nostri dati, ora a mostri distruttori della cultura e della verità. Sono l'oggetto di questo libro, sono i dark media.


 

NON SPRECARE LA TUA GIOVINEZZA - Presentazione libri "Rivolta d'Amore" e...

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Libri: nuovo saggio di Savona sui costi del progresso scienza - Libri - ANSA

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Cinque libri sui lupi - Frizzifrizzi

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lunedì 11 aprile 2022

iQdB Casa editrice i Quaderni del Bardo di Stefano Donno Editore - Books, ebooks

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La Libreria dei Quaderni a Lecce

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Taccuini d’artista: “Artist Notebooks & Poetry Box” di Donato Di Poce

Se, mi chiedessero: Ma cos’è esattamente un “taccuino d’artista” ovvero un “Artist Notebook”? Potrei rispondere che per me il “taccuino d’artista” è tante cose: non solo e non più un diario, non sempre e non ancora un libro d’artista, non solo un insieme d’idee o una “poesia visiva”, qualcosa di più di un “Carnet de voyage” o di uno “Cahier” delle intenzioni, poi potrei dire che è ua lavagna magica di memoria e di desiderio e un feticcio artistico, ma che è soprattutto: una grammatica di icone, segni e scritture, la genesi inconscia di un fondamentale e nuovo medium comunicativo, un’azione creativa e un libro di sogni, un esercizio di libertà, creatività e d’ intimità con il mondo. Se, poi mi chiedessero: Quel è l’importanza storica e la novità estetica dei taccuini? Dovrei rispondere che il taccuino d’artista forse è la più importante novità stilistica contemporanea, ma è allo stesso tempo una riscoperta di un medium che già nel Rinascimento con Leonardo da Vinci aveva trovato il suo più geniale interprete, in cui l’artista ascolta il suo respiro e inventa il suo linguaggio. Ma la vera, grande, novità stilistica e poetica sta nel fatto non tanto di essere feticci unici, ma di essere nel contempo opera e progetto, idea e realizzazione, opera finita e non-finita, molteplice, e simultanea.(dalla nota introduttiva di Donato Di Poce). Cura grafica ed editoriale Giuseppe Mauro

 

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Elisabetta & i segreti di Buckingham Palace di Enrica Roddolo (Cairo)

 Uno sguardo privilegiato sul futuro della monarchia. E sulla vita della regina dei record per svelarci cosa nasconde quell'espressione magnetica che l'accompagna dal giorno dell'incoronazione.

Una regina, una monarchia. Dai primi vagiti nella borghese Bruton Street, ai venti di guerra nei cieli di Londra. Dall'amore per Filippo, che sposerà nel 1947, alla nascita dei figli. Da Churchill alla Swinging London, fino alla Cool Britannia e oltre la Brexit. Elisabetta II ha attraversato il Novecento con il suo sorriso soave ed enigmatico, ed è entrata nella Storia. Una grande regina, per 70 anni sul trono. Un trono, e un palazzo. Dal 1837 Buckingham Palace è il cuore della monarchia britannica, il quartier generale della «Firm», l'azienda dei Windsor: l'edificio che ha fatto sognare generazioni. Chi non ha sospirato per i baci sul balcone dei Royal Wedding? Chi non sogna l'invito a un Garden Party della regina? I Windsor sono sempre sotto i riflettori, ma la loro «casa» - amata, odiata, contestata, vissuta, abbellita nei secoli - nasconde tanti segreti. La scelta di Giorgio III che l'acquistò per la regina Charlotte; le spese «folli» di Giorgio IV; l'amore della regina Vittoria per Alberto; le bombe che minacciarono la vita di Giorgio VI ed Elizabeth Bowes-Lyon
 

 

La stanza delle mele di Matteo Righetto (Feltrinelli)

Matteo Righetto conosce profondamente il mondo arcaico della montagna – durissimo e al contempo vivo di profumi, sapori, dialetto e leggende – e ce lo restituisce nel suo romanzo più maturo e incalzante. Leggerlo è una corsa notturna nel bosco, con il cuore in gola.

I segreti tornano sempre a galla attraverso le leggende.


È l'estate del 1954, Giacomo Nef ha undici anni e con i due fratelli maggiori vive dai nonni paterni a Daghè, sulle pendici del Col di Lana, nelle Dolomiti bellunesi. "Tre case, tre fienili, tre famiglie." I bambini sono orfani e l'anziano capofamiglia li tratta con durezza e severità, soprattutto il più piccolo. Il nonno è convinto infatti che Giacomo sia nato da una relazione della nuora in tempo di guerra e lo punisce a ogni occasione, chiudendolo a chiave nella stanza delle mele selvatiche. Lì il ragazzino passa il tempo intagliando il legno e sognando l'avventura, le imprese degli scalatori celebri o degli eroi dei fumetti, e l'avventura gli corre incontro una tarda sera d'agosto. Con l'approssimarsi di un terribile temporale, Giacomo viene mandato dal nonno nel Bosch Negher a recuperare una roncola dimenticata al mattino. Mentre i tuoni sembrano voler squarciare il cielo, alla luce di un lampo scopre vicino all'attrezzo il corpo di un uomo appeso a un albero. L'impiccato è di spalle e lui, terrorizzato, fugge via.
 

 

La lezione di Marco Franzoso (Mondadori)

Dalla penna di uno dei più raffinati scrittori italiani – autore di Il bambino indaco, portato al cinema da Saverio Costanzo – un romanzo di ritmo e suspence che racconta la discesa agli inferi di una giovane donna come tante. Un thriller che inchioda il lettore alla pagina, e insieme una lucida rappresentazione della società contemporanea, che svela la follia che si cela dietro la vita di tutti i giorni. In cui anche noi possiamo riconoscerci. Forse senza confessarcelo.


Quanti compromessi si accettano per non deludere le aspettative degli altri, per essere una bambina diligente, poi un'adolescente responsabile, infine una donna dolce e gentile. Senza che ce lo confessiamo, il costo delle piccole e continue sopraffazioni subite giorno dopo giorno è spesso una rabbia nascosta dietro l'apparenza di una vita normale, azioni ordinarie, un lavoro e una vita di coppia come tante. Elisabetta è avvocato in un piccolo studio associato e galleggia tra cause di separazioni, spaccio, affitti non pagati. Lavora dieci ore al giorno, ma stenta a decollare. Anche la sua vita privata non è esaltante: il rapporto con il fidanzato Daniele arranca tra alti e bassi, le amicizie si sono allentate, il padre, vedovo, è anziano e fragile. Come se non bastasse, da qualche giorno un uomo la segue. Angelo Walder, un suo vecchio assistito, condannato per violenza e abuso. Ha scontato il carcere e ora come aveva promesso è tornato a cercarla, finché una sera Elisabetta se lo ritrova in casa...
 

 

Diavoli di sabbia di Elvira Seminara (Einaudi)

È una notte di tuoni e fulmini: dopo qualche bicchiere di troppo, Dora ansima nel sonno e urla il nome di un uomo. Accanto a lei, Rodolfo si rigira nel letto e sogna di ucciderla. Si svegliano insieme, di soprassalto: è cosí che s'innesca la macchina del dispetto, che travolge i destini di tutti. La catena di dialoghi che si rincorrono tra le pagine di questo libro è un meccanismo inesorabile, un ottovolante panoramico sul mistero comico e drammatico delle relazioni umane. Un gioco infantile e perverso che riguarda chiunque abbia, almeno una volta, iniziato una frase con la parola «io».

«Ma quanti sono i giorni felici in tutta una vita, secondo te? Un mucchietto cosí. Tutti gli altri servono a fare massa, come la paglia nei cesti di Natale».


Tutti conosciamo l'alchimia difficile delle coppie, i segreti, le bugie, la voglia di felicità e la forza corrosiva dei tradimenti. In ogni istante della nostra vita siamo amanti, figlie, fratelli, compagni, amiche. Una notte, dopo un'accesa discussione, Rodolfo si chiude in una stanza nella casa di Dora per non uscirne piú. Indecisa se ignorarlo o chiamare la polizia, lei ne parla all'amica Manuela, che poi torna a casa e si confida con Livio, che poi si precipita dal fratello Tommaso in ospedale, che poi telefona al fidanzato Samuele, che poi riceve una strana proposta da una cliente, che poi... Elvira Seminara dà vita a una struttura originalissima e vertiginosa, un susseguirsi di dialoghi che fanno il girotondo, dove i personaggi e il lettore rimbalzano da un ruolo all'altro, da un inciampo al successivo, senza mai fondersi né perdersi davvero. Siamo dialogo incessante, sempre in relazione con qualcun altro, anelli malfermi e lucidi di un interminabile giro di parole. E poi siamo diavoli di sabbia, violenti e fragili: ci solleviamo nel vento pronti a graffiare.

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domenica 10 aprile 2022

La Libreria dei Quaderni a Lecce

La Libreria dei Quaderni a Lecce: La libreria on line aperta 24 ore su 24 di tutti i titoli de i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno

Argomentare è diabolico. Retorica e fallacie nella comunicazione di Roberta Covelli (Effequ)

Questo libro analizza gli artifici retorici più usati nelle dispute odierne, social e non, visibili e nascosti. Un saggio per difendersi da mistificazioni e fallacie, ma anche per coloro che le vogliano usare (anche se confidiamo di persuadervi a non farlo).


 

Contro Pinocchio di Aurelio Picca (Einaudi)

Con la furia dell'invettiva e la tenerezza del racconto autobiografico, Aurelio Picca si scaglia contro il burattino piú famoso della letteratura italiana. E scrive un libro intemperante, che raccoglie l'innocenza infranta di ogni giovinezza e la accompagna senza esitazioni verso il futuro.

«Eppure amavo la legna, i pezzi di legno, i bastoni. Adoravo martello e chiodi. Ci volevo fare croci e spade. Epperò Pinocchio non mi ha mai chiamato. Lo leggo solo ora; e l'unica cosa che mi piace sta scritta alla fine della prima versione di Collodi (Pinocchio che resta un pezzo di legno; che non è sgravato nel futuro con la carne e il sangue dei bambini, dunque degli umani). Godo quando lui s'impicca. Un burattino che si impicca. Dovrebbe fare ridere. E farsi mandare affanculo. Invece la catramosa metafisica (ho sentito nei reticolati dei capillari) si squarcia nelle parole: Oh babbo mio! Se tu fossi qui! Ecco allora che l'impiccagione sembra una crocifissione». Nessuno scrittore è come Aurelio Picca. Nessuno scrive con tanta ferocia e tanto candore, con tanta vocazione allo spreco di sé e insieme con una fedeltà quasi classica alle parole. Ricordando l'Aurelietto che aveva «visto gli ultimi invalidi di guerra con gli arti di legno e le stampelle di legno (altro che Pinocchio)», in questo libro Picca si domanda perché abbia disdegnato fin dall'infanzia il personaggio del burattino


 

Sognami libero di Enrico Chierici (Neos)

Fra "normalità" e "follia", il confine è sottile e i due campi spesso tracimano uno nell'altro. È l'esperienza della protagonista di queste pagine, medico psichiatra ospedaliero alle prese con i suoi pazienti e con i problemi della sua vita. Inaspettate soluzioni arriveranno, attraverso l'attenzione sincera e la compassione reciproca. 


 

Piero Gobetti e il logo ritrovato di Franco Corleone (

Il libro è un dono per coltivare il valore della memoria, destinato alle amiche e agli amici, alle compagne e ai compagni per ricordare le passioni di una vita e per confermare l'impegno del "Non mollare". Un segno, quasi un vezzo per mantenere il legame con una esperienza straordinaria del Novecento: avere rielaborato il logo di Piero Gobetti per la collana dei libri della Società della Ragione. "Cultura, intelligenza e amore per la libertà" sono parole preziose che costituiscono il fondamento per far vivere la nobiltà della politica. 


 

La strategia dell'opossum di Roberto Alajmo (Sellerio Editore Palermo)

La seconda avventura di Giovanni Di Dio, detto Giovà, lo sprovveduto metronotte, investigatore controvoglia, che si colloca a metà tra il siciliano descritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che aspira solamente al sonno, e il candido Giufà della tradizione popolare.


Quando Mariella, la sorella di Giovà, annunzia alla famiglia: «Mi sposo», restano tutti sbalorditi. Il suo matrimonio con Toni, dopo un fidanzamento durato decenni e distanziato fra Palermo e Torino, era visto come un'evenienza allo stesso tempo utopistica e incombente. La mamma Antonietta, la zia Mariola e la pettegola vicina Mariangela si mettono subito all'opera: la cerimonia deve essere all'altezza per evitare la più vergognosa delle sventure. Ossia che «le persone parlino». Ma il giorno delle nozze succede qualcosa che nessuno aveva previsto. E va tutto a monte. Dalla vergogna della famiglia Di Dio scaturisce un caso, e il comitato investigativo femminile vorrebbe risolverlo incaricando Giovà: l'unico maschio abile e arruolabile, purché si lasci guidare. Giovanni Di Dio, guardia giurata di Partanna, borgata confinante con la più celebre ed elegante Mondello, è uno di quei figli di mamma a cui nessuno affiderebbe un incarico di una qualche importanza. Né lui lo vorrebbe
 

 

La Divina Commedia di don Procopio Ballaccheri. Inferno (Canti I - XXI)di Nino Martoglio e a cura di Sarah Zappulla Muscarà e Enzo Zappulla (Maimone)

Apparsa a puntate sul "D'Artagnan", La Divina Commedia di don Procopio Ballaccheri di Nino Martoglio è la gustosa parodia dell'Inferno dantesco (Canti I -XXI) e, ancor più, di Catania e dei catanesi, in un dialetto sempre in fermento, aperto, mobile, creativo, tra pastiche linguistici, doppi sensi, calembour, funambolismi. Una "Commedia a rovescio", quella di don Procopio, soltanto in apparenza innocua, in realtà una denuncia, talora fortemente graffiante, della prosopopea di tanti letterati, o aspiranti tali, della corruzione politica, amministrativa, ecclesiastica, sociale, della Catania a cavallo tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento (che gli procurò non pochi duelli), di singolare attualità, e insieme una briosa opera d'invenzione. 

 


 

sabato 9 aprile 2022

La Libreria dei Quaderni a Lecce

La Libreria dei Quaderni a Lecce: La libreria on line aperta 24 ore su 24 di tutti i titoli de i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno