lunedì 28 marzo 2022

Versi di libertà. Trenta poetesse da tutto il mondo di Maria Grazia Calandrone (Mondadori)

Maria Grazia Calandrone, voce nota della lirica e della cultura italiane, riunisce in queste pagine trenta personalissimi ritratti di donne accomunate dall'aver trovato nella poesia la possibilità (talvolta l'unica possibilità) di dire la loro sulla vita e sul mondo. Voci note e voci da scoprire, dei paesi più diversi e lontani: dalle russe Achmatova e Cvetaeva all'afghana Nadia Anjuman alla svedese Karin Boye all'americana Elizabeth Bishop, rivivono le esistenze e le voci e i volti di donne che hanno lasciato, ciascuna a suo modo, un segno e una parola per dare nuova forma e significato al mondo. 

 


 

La vita è un sogno. Incontri sottovoce di Gigi Marzullo (Rai Libri)

Da decenni le interviste di Gigi Marzullo sono un simbolo della programmazione Rai della notte. E anche della serata, da quando Marzullo è ospite a "Che tempo che fa". Il volume intende celebrare questo pezzo di storia della tv pubblica con una raccolta delle più belle interviste di Marzullo, a personaggi come Richard Gere, Monica Vitti, Woddy Allen.... 

 


 

Come fanciulla di Lidia Caputo (Il Filo)

A popolare i versi di Lidia Caputo sono, in primo luogo, persone in carne ed ossa, volti definiti, impressi nella memoria della poetessa che, grazie alla poesia, riescono a rivivere. Viene così messo in moto un meccanismo del tempo che ha quasi lo scopo di «immortalare» persone, luoghi, e momenti per fissarli in qualche modo e impedire che su di essi cali l'oblio (una poesia si intitola esplicitamente Fotogrammi). Questa macchina del tempo gioca con un delicato elemento nostalgico che non diventa mai retorico o formalistico ma esprime, semmai, sentimenti forti e profondi. 


 

Come stormi colmi di giorni di ritorni di Suzana Glavas (Carthago)

«Il vento infinito, il vento eterno, è lo scoglio che soltanto il suono sciamano può comprendere catturare abitare. Una poesia, quella di Suzana Glavas, del patire in una allegria di linguaggi esistenziali ed onirici. In un tutto il cui disegno è naturalizzato tra la Natura e il Tempo in un intreccio di archetipi che fanno della vita e della memoria un ricordare in rimembranze di simboli di sguardi di segni» (Pierfranco Bruni) «Il mobilio col quale è arredata la sua casa poetica è intriso di quell'umiltà alla quale è auspicabile che tutti noi, in questa epoca sovraffollata di parole, si torni. Il suo non è verso poetico acritico, non è riflessione neutra, distante. I versi hanno piena coscienza del Tempo e della sua implacabilità, del nostro essere gettati - la condizione di chi è Gevorfen, la 'gettatezza' di heideggeriana memoria - nel Tempo. Dal fluire del quale vorremmo tutti fuggire per sottrarci al Dolore. Dobbiamo accettare come il più splendido mattino porti con sé sofferenza, come la comprensione delle cose arrivi sempre troppo tardi» (Luca Signorini). 


 

Non solo kimono. Come il Giappone ha rivoluzionato la moda italiana di Laura Dimitrio (Skira)

La moda italiana tra influenze e suggestioni orientali: questo libro racconta gli influssi dell'arte e dell'abbigliamento giapponese tra stoffe, colori, tagli e atmosfere. Quando si considera l'abbigliamento giapponese, il pensiero corre subito al kimono, che ha riscosso uno straordinario successo in Europa e in Italia fin dal tardo Ottocento. Da allora il suo taglio e i suoi motivi decorativi sono diventati fonte di ispirazione per gli stilisti desiderosi di proporre abiti con forme e decorazioni sconosciute alla tradizione sartoriale occidentale. Ma il kimono non è stato l'unico aspetto della moda nipponica a rivoluzionare lo stile italiano. A partire dagli anni Settanta, i fashion designer giapponesi d'avanguardia (Kenzo Takada, Issey Miyake, Yohji Yamamoto e Rei Kawakubo) con i loro abiti informi e asimmetrici hanno sovvertito i tradizionali canoni estetici e sono diventati un punto di riferimento anche in Italia per i creatori di moda anticonformisti. Tra la fine del Novecento e l'inizio del nuovo millennio si sono poi diffuse in Italia le subculture giapponesi, dalla moda kawaii ai cosplayers, alle Lolita. Il volume è corredato da un ricco apparato iconografico, con immagini tratte da riviste di moda, fotografie e bozzetti provenienti dagli archivi dei musei e delle case di moda. Con una prefazione di Akiko Fukai, direttrice e Curator Emeritus del Kyoto Costume Institute, massima esperta del giapponismo nella moda. Docente e studiosa di storia della moda, Laura Dimitrio ha compiuto studi specifici sul giapponismo e sulla moda italiana del Novecento. Tra le sue pubblicazioni vi sono saggi sul giapponismo italiano, sui costumi per la prima rappresentazione di Madama Butterfly e sulla condizione di lavoro delle sarte nel XX secolo. 


 

Painting Cute Animals by Fang Zhwu-shiung Video Book Review

Booktrailer 📚¡Cuántos tomates!📚 de ING Edicions

IL MODO MIGLIORE PER AVVICINARSI ALLA BIBBIA -Presentazione libro: Le gi...

Al Museo Ribezzo si presentano i libri “Sognare l’infinito” e “La Stella nel Cuore” - Brindisi Oggi, news Brindisi notizie Brindisi e provincia

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Libri, “Icaro, il volo su Roma”, la presentazione il 5 aprile - Associazione L'agone Nuovo

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LIBRI - Il Filo di Arianna - Scomunicando

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"Libri in comune e", il compositore pugliese Rito Selvaggi protagonista nelle pagine di Annamaria Giannelli 30 marzo 2022

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Libri: "Sempre rimesso in piedi", il racconto della storia bella e difficile di Fabrizio Venturi - Firenze Post

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SFOGLIARTI- Rita Bompadre: “Apokrif – Neretva” di Sándor Halmosi – CARTESENSIBILI

SFOGLIARTI- Rita Bompadre: “Apokrif – Neretva” di Sándor Halmosi – CARTESENSIBILI: fábián istván . “Apokrif – Neretva” è la nuova raccolta poetica di Sándor Halmosi (I Quaderni del Bardo Edizioni, 2022) con la revisione della traduzione italiana a cura di Laura Garavaglia e…

Tandem. Due libri a confronto | Cultura

Tandem. Due libri a confronto | Cultura

domenica 27 marzo 2022

iQdB Casa editrice i Quaderni del Bardo di Stefano Donno Editore - Books, ebooks

iQdB Casa editrice i Quaderni del Bardo di Stefano Donno Editore - Books, ebooks

La Libreria dei Quaderni a Lecce

La Libreria dei Quaderni a Lecce: La libreria on line aperta 24 ore su 24 di tutti i titoli de i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno

Alcesti-Eraclidi. Testo greco a fronte di Euripide (Mondadori)

Alcesti, la più antica delle tragedie euripidee a noi pervenute (e l'unica a "lieto fine"), rappresenta la folle sfida alla morte in nome dell'amore di una donna, Alcesti, appunto. Il suo sacrificio esprime la speranza dell'immortalità, la fiducia che gli dei possano volgere il loro sguardo sugli uomini e offrire loro la salvezza. Eraclidi vede invece come protagonisti i discendenti di Eracle (già presente come personaggio in Alcesti), perseguitati da Euristeo. Sconfitto e imprigionato, costui si riscatta alla fine con un discorso ricco di pathos che ribalta completamente il giudizio espresso sui personaggi nel corso del dramma, mettendo in guardia da ogni facile idealizzazione e da giudizi definitivi. Una conclusione inquietante, di folgorante modernità. 

 


 

Lampi di verità di Donato Di Poce

"Con l'immagine dei lampi il poeta esprime una misura e delinea una via di accesso. Nella notte sempre buia del nostro vivere politico e civile, le folgori squarciano il tessuto omogeneo del reale e sfaldano la trama compatta delle banalità e dei pregiudizi, aprendo per pochi attimi, nel battito di ciglia di un'epifania, fenditure e crepe, oltre le quali intravedere sentieri di sopravvivenza. 'Lampi di verità' è una raccolta articolata in due parti; la prima consegna il titolo a tutta l'opera, la seconda è declinata su un versante di 'bellezza'. Una biforcazione? No, piuttosto, due attributi della stessa sostanza. Già il pensiero greco ci richiama alla sintonia di 'bellezza e verità' [...] . Il poeta ha in tasca una fragile matita da cui sgorga la lacrima dell'oppresso. Il poeta spezza la matita come spezza il pane, offre al prossimo un'intuizione, una scheggia di vita estratta dalla carne, e, se riceve in cambio sputi anziché sorrisi, sa che questo è l'inconveniente di ogni dono. La poesia soffierà, comunque, sulle braci del sacrificio." (dalla Prefazione di Alessandro Vergari, collana Z diretta da Nicola Vacca) 

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Il Dottor Bergelon di Georges Simenon nella traduzione di L. Frausin Guarino (Adelphi)

«In lui c’era una sorta di trepidazione, di ansia, una speranza, un’attesa, la voglia di fare un gesto – ma quale? –, di aprire non una porta, ma una strada, un mondo, una prospettiva nuova...»


«La parcella della prima operazione che mi procurerà sarà tutta per lei... In seguito, a ogni paziente che mi manderà, faremo a metà...»: questo aveva detto Mandalin, rinomato chirurgo e proprietario di una clinica di lusso. E quando il dottor Bergelon aveva dirottato sulla clinica la prima partoriente, Mandalin li aveva invitati a cena, lui e la moglie, nella sua bella casa dei quartieri alti, dove Bergelon aveva bevuto troppo, come Mandalin del resto, e poi tutto era andato storto, la partoriente era morta, e anche il bambino... Risultato: adesso il vedovo minacciava di ucciderlo - non Mandalin, ma lui, Bergelon! Eppure, ciò che spingerà il giovane medico a infrangere le regole di una tranquilla, e in definitiva soddisfacente, esistenza provinciale non sarà la paura di morire, né saranno le apprensioni di quella moglie rassegnata e piagnucolosa, ma un «lancinante bisogno di cambiamento», come la sensazione di avere addosso un vestito troppo stretto. Come molti personaggi di Simenon, anche il dottor Bergelon ci proverà, a non accettare il suo destino, a togliersi di dosso quel vestito troppo stretto... 
 

 

La donna di Willesden di Zadie Smith con la traduzione di Dario Diofebi (Mondadori)

A prima vista I racconti di Canterbury, una raccolta di storie scritte alla fine del XIV secolo, sembrerebbero non avere granché a che vedere con i dibattiti contemporanei sulla sessualità e l'empowerment. Ma – come dimostra Zadie Smith in quello che è il suo debutto come drammaturga – non è assolutamente così. Il racconto della donna di Willesden è una rivisitazione del "Racconto della donna di Bath" di Geoffrey Chaucer, ambientata nella periferia nord della Londra del XXI secolo. Zadie Smith ci trasporta dalla taverna medievale di Southwark all'odierno pub Sir Colin Campbell in Kilburn High Road. Ed è in questo pub rumoroso, affollato e pieno di vita che facciamo conoscenza con Alvita, una donna sui cinquant'anni, che è stata sposata cinque volte, parecchio esplicita sulle faccende sessuali, vestita di rosso, con Jimmy Choo tarocche ai piedi e grande fan del cunnilingus. Alvita spiega come si sia sempre rifiutata di farsi dire (dalla società, dalla Chiesa, dai suoi mariti) come comportarsi o vestirsi. Ne viene fuori un personaggio indimenticabile: una donna schietta che parla in modo sfacciato, onesto, salace, oltraggioso e senza vergogna del potere del suo corpo sui suoi mariti. In un'epoca in cui anche le donne più famose possono faticare a esporre e rendere pubbliche le loro storie contro uomini influenti, questo racconto che ci parla del potere femminile non sarebbe potuto riuscire più importante e tempestivo. 

 


 

Il colore del tuo sangue di Paolo Restuccia (Arkadia)

La giovane filmaker Greta Scacchi, mentre guarda le immagini di un video, si accorge di un dettaglio che mette in pericolo la sua vita. La ragazza è accusata di omicidio dal dirigente di Polizia Tommaso Del Re e viene trascinata in una serie di eventi che coinvolgono l'insegnante di cinema Rossella Gardini, una coppia di fratelli che ritornano dal suo passato, Farid e Anissa Akram, il piccolo Nadir, l'inquietante Ahmad, il barista Tong, mentre sullo sfondo si staglia minaccioso il Biolab, un laboratorio in cui si studiano armi chimiche e di distruzione di massa. Per Tommaso Del Re sarà ancor più difficile dipanare la matassa, ostacolato da quelle che definisce le "alte sfere". In un susseguirsi di colpi di scena e azioni rocambolesche far emergere la verità diverrà arduo ed estremamente pericoloso. 

 


 

Effimeri di Andrew O'Hagan con la traduzione di Marco Drago (Bompiani)

Glasgow, estate 1986. Tra il carismatico Tully e il sensibile James, detto Noodles, c'è un legame fortissimo, un'amicizia fondata sulla musica, sui film, su un comune, luminoso spirito ribelle. Insieme agli amici Tibbs, Limbo e Hogg partono per un finesettimana destinato a non tradire le attese: andranno a Manchester, dove ci sono negozi di dischi, locali, un festival da leggenda, musica dappertutto (e alcol, e altro). Sono anni lividi, il grande sciopero dei minatori è un ricordo recente, vivere in provincia vuol dire rischiare di non andarsene mai. James, che ama i libri, e Tully, operaio saldatore, si promettono una cosa: che la loro vita sarà diversa. Trent'anni dopo squilla il telefono a casa di James. Tully deve parlargli. È malato, di una malattia inguaribile, chiede il suo aiuto per andarsene con dignità. Solo James può accompagnarlo lungo la strada più difficile. Un romanzo di memoria e verità, un tributo alla leggerezza dell'essere giovani e alla capacità di cambiare insieme, scoprendo le gioie e il prezzo dell'affetto quando è vero.

 


 

Tetrakis. Tre voci per un traversare di Daniela Liviello, Andrea Donaera, Renato Grilli (Kurumuny)

Le voci di Daniela Liviello, Andrea Donaera e Renato Grilli si alternano qui come in una cerimonia pagana, al centro di un cerchio che è il mondo, ciascuno a suo modo a far parlare la terra, la loro terra di pietra zitta, di acqua mare, di muri incrostati, di piazze di sole del Salento, dove sono nati, o dove hanno trovato posto. Le tre voci possono essere ascoltate come monologhi, una dopo l'altra, o per frammenti di discorso, una dentro l'altra. Le parole di questi tre inni al Salento sono quelle che userebbe questa terra se le avesse, se usasse lo stesso linguaggio. Poi, certo, il dialogo può avere altre forme, quelle silenziose e mute di quel tipo di amore che è respirare insieme. 


 

Su una tovaglia lisa di Andrea Donaera (L'Erudita)

Inventario privato, pubblicato nel 1959, è il secondo libro di Elio Pagliarani, protagonista del panorama letterario italiano fin dai primi anni Sessanta del Novecento. Si tratta di un canzoniere lirico dotato di elementi di innovazione, sia sul piano linguistico che su quello tematico, ingiustamente messo da parte poiché considerato dalla critica un semplice momento di passaggio nella produzione del poeta. Andrea Donaera riporta l'attenzione sull'opera di una delle voci più rappresentative della generazione delle neoavanguardie, attribuendo alla raccolta un posto di rilievo nel canone poetico del secondo novecento. Attraverso un'analisi puntuale e dettagliata, l'autore conduce il lettore all'interno della scrittura "lisa" di Pagliarani, che vede profilarsi un "io" non solamente lirico, ma anche complesso e teatralizzato, in linea con i cambiamenti in atto nella poesia italiana del suo tempo. 

 


 

Il latte versato di Andrea Donaera (Sigismundus)

"Andrea Donaera, con questo suo canzoniere, prova quanto si possa ancora e con notevole esito raccontare l'amore. E lo fa con una voce fresca e spoglia, aggirandosi per le strade, nelle case, nei caffè di una piccola città del Sud. Lo fa inseguendo, confidando, perfino denunciando l'amore per una giovane donna che, pare ignorare, o tarda a ricambiare quel così forte sentimento. Ma varrebbe cantare un amore felice? Ancora la poesia può per sua grazia condurre dove la felicità con gli occhi dipinti ama nascondersi." 

 


 

I vivi. Un tremore di Andrea Donaera (Fallone Editore)

"I vivi. Un tremore" di Andrea Donaera è un poemetto sulla morte: i morti entrano di notte, prendono alle spalle, sono in ogni dove e hanno voce ferma e parole esatte: esistono quanto i vivi. Un'opera compatta tra gergo dialettale salentino e traduzione in italiano corrente, nella quale rifulge la Bellezza di chi si ostina a non ritenere le cose morte, morte. Un doppio passo, dell'amare e dell'aver amato, del qui e ora e dell'altrove, che sono un unico luogo perfetto. Non di certo un necrologio, bensì una celebrazione della vita, perché Donaera riconosce il livello sustanziale dell'esserci come un livello necessario all'Essere: esserci ed esserci stati hanno lo stesso peso e la stessa forma. In quest'opera Donaera anela a una condizione gnostica, laddove l'aver patito e considerato la vita significa riconoscere la luce, non come un miraggio, come un'ipotesi salvifica, ma come un fatto reale e tangibile quanto un tavolo o una sedia, come ciò che si sperimenta al fondo della coscienza. Come ciò che resiste al passaggio spietato del tempo. 

 


 

Certe cose, certe volte di Andrea Donaera (Marco Saya

"Andrea Donaera è un poeta che sta nelle cose. Le vive, le osserva in una poesia racconto che sfida l'imprevedibile. Con leggerezza e ironia attraversa il suo tempo e senza mai prendersi sul serio scarnifica il quotidiano e lo offre nudo nella sua crudeltà."

 


 

Lei che non tocca mai terra di Andrea Donaera (NN Editore)

Libro candidato da Daniele Mencarelli al Premio Strega 2022

Tra veglia e sonno, una storia d'amore e di legami familiari, cruda e crudele, reale e magica, dove la ragione perde forza e viene sostituita da un inconscio potente, che si incarna nei luoghi, nei sacerdoti della superstizione e nei suoi nemici, fino all'atteso risveglio.

Miriam è in coma dopo un incidente; Andrea è innamorato di lei, e ora le siede accanto e le parla, tutti i giorni. I loro dialoghi cadenzano i ricordi di Miriam e le giornate di Andrea, che tenta di ricomporre un proprio mondo dopo il suicidio del padre. Intorno a loro gli altri personaggi di questa tragedia gotica: Papa Nanni, il venerato santone esorcista che istruisce Andrea sull'uso del tamburello e che è convinto che Miriam sia indiavolata; Mara, la madre della ragazza, che soffre ancora per la morte di una sorella amatissima (a sua volta chiamata Miriam); Lucio, il padre di Miriam e fratello di Nanni, che è il sindaco del paese, Gallipoli; e infine Gabry, la migliore amica della ragazza, che da Bologna le manda lunghi messaggi per riportarla in vita.

Proposto da Daniele Mencarelli al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:
«Lontano dai canoni che vorrebbero la letteratura mesta forma d'intrattenimento, Lei che non tocca mai terra di Andrea Donaera entra nelle viscere di un sud arcaico e violento, dove bene e male camminano fianco a fianco e i valori sono spesso ribaltati nella pratica della realtà. Miriam, giovanissima, ha avuto un incidente che l'ha ridotta in coma, su di lei veglia Andrea, suo coetaneo, che cerca di difenderla e di difendersi dalle insidie di familiari e parenti, intrecciati in una serie di relazioni tossiche, tutti malati della stessa malattia: la fine dell'amore, peggiore di ogni morte. Il sud di Donaera è il sud di ogni mondo su questa terra, gotico e bestemmiante, dove tutti, a partire da Dio, si negano all'uomo che brama di essere salvato, da sé stesso e da tutti i falsi profeti. Donaera è un narratore lirico come pochi altri in circolazione e questo suo viaggio risplende di luce propria.»

 


 

Io sono la bestia di di Andrea Donaera (NN Editore)

«Questo libro è per chi vorrebbe entrare in un libro, così da fermarsi in quelle pagine di mondo, per chi adora fare colazione con giornali, caffè e pasticciotti, per chi ha fatto di una scopa una chitarra cantando Come as your are dei Nirvana, e per chi ricorda la prima volta che ha provato paura per qualcun altro, la scossa profondissima che gli ha tolto le parole e squarciato il cuore.»

Mimì è folle di dolore: il figlio Michele, quindici anni, si è tolto la vita. Si dice che sia colpa di Nicole, la compagna di scuola, che ha rifiutato ridendo il suo regalo, un quaderno di poesie. Mimì non è un padre come gli altri. È un boss della Sacra, e per quel gesto vuole vendetta: così prende Nicole e la rinchiude in una casa sperduta nella campagna salentina. Il guardiano della casa, Veli, rivede in Nicole la ragazza che ama: Arianna, la figlia maggiore di Mimì. Anche Arianna ama Veli. O forse lo amava, prima che la morte del fratello bruciasse tutto e tutti come un incendio. Tra Veli e Nicole fiorisce un legame fatto di racconti e silenzi, ma anche di sfida e ferocia. In una narrazione a più voci, animata da una lingua che impasta prosa, poesia e musica, "Io sono la bestia" racconta storie d'amore anomale, brutali, interrotte. 
 

 

Zeman per sempre di Gianni Spinelli e con le illustrazioni di Maurizio Di Feo (Sedit 4.Zero srl)

Zednek Zeman, allenatore di pallone, rock e pop, figlio di Kundera, ma assimilabile anche a Leopardi, Pasolini, Bene, Platone e tanti altri Grandi. In questo saggio-romanzo. Gianni Spinelli rivisita il delirio di accostamenti che ha accompagnato il percorso del tecnico boemo, unicum del calcio. E riesce a miscelare in giuste dosi cronaca, filosofia, letteratura e psicologia. Nella scrittura del suo fortunato 'Il Gol di Platone', l'autore continua ad avere come 'spalla' il professor Fabio, docente di italiano, a digiuno di arte pedatoria. ma incuriosito alla follia dal personaggio, avendo vissuto casualmente l'arrivo dei carrarmati sovietici a Praga. Il saggio-romanzo, dopo la motivazione dell'amore-odio di Zeman verso la Juve, ha un finale già scritto nel vecchio libro del pallone che non c'è più, quello delle bandiere e delle fiabe: il ritorno per la quarta volta di Zdenek, anni 74, a Foggia, al Foggia, con l'aureola del Santo. Zeman, Santo per forza, in una città inquinata dalla mafia e in una società di calcio che da anni vive di improvvisazioni e crisi.


 

 

 

Da qui a una stella. L'infinito scritto sul corpo di Giuseppe Semeraro (AnimaMundi)

Lo sguardo nitido della scienza incrocia quello visionario della poesia in questo libro che ha al centro il corpo, la sua fragilità e il suo mistero, il suo esporci alle contraddizioni del presente. Nati da un progetto teatrale di Semeraro, questi versi continuano, dalla pagina, a parlarci, a indicarci la via che ricongiunge i gesti di ogni giorno alla trama del cosmo: "da qui a una stella". 

 


 

Un'insolita causa di Adriana Cimmino (Progedit)

Adele Sala svolge diligentemente la sua professione di avvocato in una grande città del Nord. La sua vita scivola silenziosa fra i tribunali del circondario, il proprio studio legale e la sua abitazione dove l'attendono il suo compagno e il bambino. L'arrivo di una nuova cliente, giunta dal Salento, la scuote dal torpore nel quale la sua vita si va spegnendo con il passare degli anni. Alessia Calò è vittima di grandi ingiustizie che la stanno travolgendo, fiaccandola nell'anima e nel corpo. Fra le due donne, così diverse, eppure attraversate entrambe dalla nostalgia di un tempo felice, si instaura un rapporto intenso, improntato a grande solidarietà e reciproco rispetto. Per difendere Alessia, Adele dovrà addentrarsi in un mondo a lei sconosciuto, lontano dai riti paludati dei Palazzi di giustizia. Prefazione di Francesca R. Recchia Luciani. 


 

Ragazza senza prefazione di Luca Tosi (TerraRossa)

Si può raccontare un periodo in cui tutto va storto facendo sorridere? Luca Tosi ci è riuscito con questo esordio apparentemente scanzonato che ha per protagonista un ventisettenne della provincia romagnola. Lavoro nessuno, pensieri e parenti troppi, fisse una sola: Lei. Marcello non riesce a togliersela dalla testa, anche se c’ha passato insieme una notte soltanto, e allora trascorre a casa coi genitori meno tempo possibile, cerca in qualche modo di far fruttare la laurea, ma soprattutto gira in tondo per le strade di Santarcangelo e intanto osserva e rimugina trascinandoci nel mulinello irriverente delle sue considerazioni.

 


 

The Prelude of Divine Wisdom by Zura Shiolashvili

Quitting Social Media & Book Review! *Nigerian Authors*

Presentazione Libro "L'eutanasia della democrazia" - 26/3/2022

sabato 26 marzo 2022

NUMERI E STELLE: NUMBERS AND STARS, NÚMEROS E ESTRELAS (nuova edizione) di Laura Garavaglia

L'attenzione dell'autrice è rivolta a grandi figure storiche della matematica occidentale: dagli antichi Pitagora e Archimede ai moderni Cantor e Riemann, senza dimenticare, a chiusura di lista, il geniale quanto sfortunato Alan Turing, vittima di quel potere britannico moralistico e intollerante che ne condanno' la "diversità". I versi, oltre a ricordarci con pochi tratti le singole problematiche, ci informano dell'humus esistenziale-esperenziale dei protagonisti. (dalla prefazione di G. Isella). Cura editoriale Giuseppe Mauro


Laura Garavaglia è nata a Milano nel 1956. Vive e lavora a Como. Poeta e pubblicista, ha collaborato alle pagine culturali dei quotidiani “Il Giornale”, “Il Corriere di Como”, “L’Ordine”. Ha insegnato materie letterarie nelle scuole superiori della provincia di Milano e della città di Como. Ha fondato e presiede l’Associazione culturale “La Casa della Poesia di Como” ed è organizzatrice e curatrice del Festival Internazionale “Europa in versi” che dal 2011 si tiene ogni anno a Como. Ha pubblicato cinque libri di poesie, tradotti in varie lingue. Sue poesie sono pubblicate in molte riviste e siti letterari italiani e stranieri. È invitata a numerosi Festival Internazionali di poesia (Danimarca, Germania, Romania, Kosovo, Colombia, Vietnam, Giappone, Corea ecc.). www.lauragaravaglia.itTraduzione in inglese di Annarita Tavani. Traduzione in portoghese di Viviane de Santana Paulo. Prefazione di Gilberto Isella

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Laura Garavaglia consiglia 3 libri per la Giornata della Memoria 2022

Laura Garavaglia presenta l'incontro con il poeta Metin Cengiz

Laura Garavaglia presenta l'antologia "La Poesia e l'Altro"

Laura Garavaglia presenta l'11° festival poetico "Europa in Versi"

La nuova Bibbia di Gerusalemme. Edizione per lo studio a cura di Mara Scarpa (EDB)

Tradotta in tutte le lingue del mondo cristiano, la Bibbia di Gerusalemme è universalmente la più diffusa. Per il rigore degli studi e l'affidabilità dei ricercatori che vi hanno lavorato è la più amata dai credenti, la più consultata dagli esperti, la più frequentata dal pubblico laico. La versione per lo studio, (formato 15x21) stampata su carta bianca, guadagna in chiarezza e leggibilità, sia per il testo che per le note a piè pagina, e consente di essere consultata a lungo senza tuttavia affaticarsi nella lettura. 

 


 

La segnatrice di Elena Magnani (Giunti Editore)

Un romanzo potente, che ci trasporta nel periodo più buio e allo stesso tempo più luminoso della nostra storia: la Resistenza, che fa da sfondo a vicende ricche di fascino ed emozione e a un intreccio di sentimenti contrastanti.

«Si può amare un nazista quando lotti per liberare il tuo Paese? Un affresco ricchissimo, una storia che racconta la complessità umana e la difficoltà di amare chi non si dovrebbe»Sara Rattaro

Siamo nel 1944, gli Alleati procedono verso il nord d'Italia e per i partigiani si tratta di resistere alle ultime rappresaglie tedesche. È quello che succede a Piazza al Serchio, dove si insedia una squadra di nazisti, mentre i giovani, nascosti nei boschi, tentano di sabotarli. La loro arma segreta: Anna, occhi neri e vivaci, che è entrata a far parte della resistenza e si è infiltrata come spia nel comando tedesco locale. Il suo compito è ingraziarsi il tenente Matthias Von Bauer, un uomo indurito dalla guerra e da grandi delusioni, e passare informazioni ai compagni. Inizialmente Anna vorrebbe maldocchiarli tutti quei tedeschi arroganti, ma come Segnatrice deve solo praticare il bene. Da anni infatti, ogni vigilia di Natale, la zia le tramanda questa pratica segreta che permette ai prescelti di guarire corpi e anime attraverso speciali gesti e preghiere. Solo chi ha un animo puro e sente dentro di sé il desiderio di curare e di aiutare il prossimo può portare avanti questa tradizione. Ma non è sempre così facile gestire questo dono, capire qual è il confine tra il bene e il male e non rompere un delicato equilibrio. Soprattutto quando la guerra minaccia la tua famiglia, soprattutto quando l'amore nasce dove non deve e il futuro è più incerto che mai.

«Nei giorni scorsi il vento mi ha portato dei bisbigli» le disse la zia.
«Cosa dicevano?»
«Il tuo nome.»
Anna alzò la testa e la guardò. Il vento che scendeva dal Pisanino era denso di storie. Vite che si intrecciavano, di uomini e di animali. A volte sussurrava nomi e in quel caso si doveva temerlo.
«Devi stare molto attenta. Il vento non sbaglia mai.»
«Ne sei sicura, zia?»
 

 

Salvamento di Francesca Zupin (Bollati Boringhieri)

Giulio è un tredicenne gracile e appassionato di libri quando, in una lunga estate condivisa al campeggio, si innamora di Stella, figlia della nuova compagna del padre vedovo. Stella è diversa da lui: forte, raffinata, ribelle. Negli anni a venire, convivendo nella stessa casa, i due ragazzi passano dall'essere un po' fratelli a fidanzati, ma non senza sofferenza. La famiglia li osteggia, in particolare il padre di Giulio, irascibile e deluso, che al figlio ha sempre preferito uno dei suoi amici: Bobo, veloce sulle moto e con le parole, che si sente un nuovo Rimbaud. Anche Stella è da sempre attratta da Bobo, ma il loro rapporto – intenso e altalenante – non si è mai trasformato in una vera relazione. Stella, alla perenne ricerca di qualcuno che la salvi da Bobo e da se stessa, pare aver trovato in Giulio il candidato perfetto. Eppure, a un passo dalle nozze, rinuncia alla tranquillità per inseguire l'emozione. Con una scrittura evocativa e insieme precisa, chirurgica, Francesca Zupin, bravissima nel dare voce a un io narrante maschile, sa sorprenderci nel raccontare la verità dei suoi protagonisti... 



Gli invisibili. Saga dei Barrøy di Roy Jacobsen (Iperborea)

XX secolo, un’isoletta accanto alle Lofoten: nel primo romanzo della saga dei Barrøy, l’infanzia e l’adolescenza di Ingrid, tra una natura terribile e magnifica e le pressioni della modernità.

Barrøy, una delle tante isolette a sud delle Lofoten, è nei primi decenni del Novecento il piccolo regno di una sola famiglia, che dell’isola porta il nome e in cui convivono tre generazioni. È in questo luogo fatto di periodici silenzi e di onnipresenti orizzonti, «la cosa più importante che hanno quassù», che cresce Ingrid Barrøy, ultima nata di una stirpe abituata a una vita poco più che di sussistenza. Scarsa terra da coltivare, qualche pascolo per le pecore, la torba da cavare, la pesca: queste sono le risorse messe a frutto con caparbietà da suo padre Hans e dal vecchio nonno Martin, tra ondate di neve e uragani, mentre la divisione dei ruoli impone che la madre, forte e «dallo sguardo obliquo, perché viene da un’altra isola», e la zia Barbro si occupino di rammendare le reti, pulire le piume e raccogliere le uova di edredone. Intanto Ingrid coltiva la sua accesa sensibilità di bambina, si lascia scivolare su pavimenti di ghiaccio affascinata dalle profondità marine sotto i suoi piedi e impara dal padre il coraggio...

 


 

Il rovescio dell'abito di Marta Morazzoni (Guanda)

Un originale controcanto per la vita eccezionale di eccessi e di cadute della marchesa Luisa Casati Stampa, la donna che fece della sua vita un’opera d’arte. La costruzione ardita di un gioco di specchi tra verità e romanzo sullo sfondo di una irrequieta Milano degli anni venti.

Nel febbraio del 1932 la marchesa Luisa Casati Stampa, la donna più ricca d’Europa, riceve nella sua residenza fuori Parigi il suo legale, l’avvocato milanese Giuseppe Bassi, che viene ad annunciarle il tracollo della sua fortuna. L’immenso patrimonio della signora è confiscato e nel giro di pochi mesi, otto per la precisione, lei “non avrà una pietra su cui posare il capo”, come drammaticamente comunicato dall’amministratore. Si snoda da qui l’itinerario tra immediato futuro e passato della personalità eccentrica della marchesa, che aveva speso la propria esistenza per divenire “un’opera d’arte vivente”. Ritratta sull’orlo del baratro della miseria, con cui convivrà per venticinque anni (morirà poverissima e sola a Londra nel 1957), la Casati ripercorre la sua avventura umana in lampi di memoria. Le sta accanto, personaggio ombra nel ricordo e nell’affetto, forse l’unico della sua singolare vicenda, la sarta che, fin da principio, ne ha assecondato l’adorazione per la ricercatezza e lo stile, l’assoluta originalità del tutto indipendente da qualsiasi moda.


 

Un libro di guarigione di Gaia Rayneri (HarperCollins Italia)

A più di dieci anni di distanza dal suo fortunatissimo esordio Pulce non c'è, Gaia Rayneri torna con un libro autobiografico, che muta un profondo dolore in una splendente speranza.

È possibile che a volte andare in pezzi possa servire a farci tornare più interi?


Gaia ha ventiquattro anni, è indipendente economicamente, vive da sola e il suo futuro sembra splendere di luminose promesse. Ma improvvisamente scende un'oscurità che la opprime, togliendole la voglia di lavorare, di vedere persone, perfino di uscire di casa. Dopo una visita con uno psichiatra, arriva il responso: ha un "disturbo borderline di personalità". La diagnosi, dapprima accolta come promessa di cura, diventa una prigione, assieme al suo cammino codificato, fatto di sedute di terapia, di psicofarmaci, di test periodici. Per un fine che non sembra essere lo "stare bene" quanto lo "stare meno peggio". Ma questo libro non è il racconto di un dolore. È, sin dal titolo, la storia di una guarigione, raccontata con la speranza di fare del bene anche a chi la legge. Perché Gaia a un certo punto riesce a cambiare sguardo, abbandonando quello che contrappone la sanità e la normalità alla malattia, rinunciando alla prospettiva delle definizioni diagnostiche a favore della prospettiva dell'anima, "quel puntino di luce infinita che c'è dentro ognuno di noi".
 

 

La Cappa. Per una critica del presente di Marcello Veneziani (Marsilio)

«L'uomo abita cinque mondi: il presente, il passato, il futuro, il favoloso e l'eterno. Vive male se ne perde qualcuno, è folle se vive in uno solo.»

Una cappa avvolge il mondo e toglie visione e respiro. Siamo scivolati dalla società aperta alla società coperta, ingabbiati in un sistema globalitario che ci controlla e corregge ogni cosa: la natura, i sessi, la salute, la storia, la lingua, il pensiero, la religione. Bioliberista fino alla morte, ma in un regime di sorveglianza totale. Intanto si profila la Grande Mutazione. Per bucare la cappa asfissiante che opprime la mente e il mondo è necessario munirsi di una spada speciale...

«Ma in che mondo viviamo? Abbiamo perso il senso del presente e non riusciamo più ad avere una visione generale della realtà. È come se fossimo sotto una cappa. Ne avverti il peso, anche se non ha fattezze e non ha confini, è ineffabile e avvolgente. La Cappa occulta la bellezza, la grandezza, il simbolo, il mito, il sacro, il mondo reale». Proseguendo nella sua indagine sulle radici del nostro vivere, Marcello Veneziani si interroga sulla scomparsa della realtà, della tradizione, della natura. Ci invita a prendere coscienza di un'adesione automatica al canone dominante, tra divieti, obblighi e cancellazioni veicolati da media e poteri. «Tutto perde contorno, consistenza, memoria e visione», scrive l'autore. «I sessi sconfinano e mutano, le differenze scolorano e si uniformano, la natura è abolita, la realtà è revocata; la nuova inquisizione censura e corregge, il regime di sorveglianza globale traccia e controlla la vita tramite l'emergenza e la priorità assoluta della salute, domina il vivere a ogni costo. Ma anche il passato sparisce, tramonta ogni civiltà... 
 

 

Tutte le poesie di Cosimo Ortesta a cura di Vito Bonito e Jacopo Galavotti (Argolibri)

Argolibri presenta "Tutte le poesie" di Cosimo Ortesta, opera che raccoglie per la prima volta insieme tutte le opere di uno dei più grandi poeti del secondo Novecento italiano, a tre anni dalla sua scomparsa Un libro dalla straordinaria forza espressiva che è lo specchio di una vita vissuta nel costante confronto con l'altro e nel dialogo mai passivo con una tradizione europea che va dal Barocco a Mallarmé, da Frost e Auden a Beckett e Valéry. La poesia di Ortesta si disegna così come un'esperienza estrema della parola, una visione che attraversa il proprio spazio esistenziale radendolo con la lama di una luce affilata e implacabile, una lingua che egli stesso definì "omicida". Elegante traduttore dal francese, poeta dalle pubblicazioni rade e meditate, recensore raffinato, Cosimo Ortesta ha incarnato quella figura di poeta-critico-traduttore cosi caratteristica del nostro Novecento. "L'ombra di un mondo esterno si avvicina radice che dal ventre e dalla mente cresce nuda fraterna lingua contro l'esperienza del giorno. Le sue costellazioni luminose e fredde sono presagio di amori incerti di fiocchi di neve, bufere incandescenti, e al centro del campo azzurro la pioggia roteando fa notte estiva, quiete e calma, in cui si chiude assonnata e ferita un'altra perfezione. Tremo fino al sonno quando la calma di un molteplice sfacelo si dilata e su questo interno plana dove di amore né d'alcun timore bisogna parlare adesso che niente c'è da dire adesso che il chiarore è una pace così lenta in disfarsi così viva bellezza in darci aiuto per nessuna pace. Ma se lei perdesse la testa e scoppiando in un oceano di piume a due a due un altro io un altro tu a dirsi addio ancora forti ma sempre più inesperti ritornando all'addio ci sarebbe la voce nel centro della paura Testimone di questo incerto rito è la mano che scrive esatte menzogne della lingua omicida. Il volume contiene le opere pubblicate in vita, traduzioni "segrete", gli inediti dell'ultimo periodo e le riproduzioni delle poesie manoscritte dedicate alla Rosselli e a Zanzotto.