lunedì 28 marzo 2022

Rattatata di Alfredo Speranza (Nutrimenti)

Un romanzo che racconta, fra ironia e paradosso, l'impetuosa lotta per la sopravvivenza, tra storie di migrazione e una Roma marginale, molto diversa dalla Grande Bellezza. Una scorribanda tra realismo e fantasia che, senza mai cedere a facili didascalismi o moralismi, sceglie piuttosto la lievità, la dolcezza, la musica della lingua: tutto per guardare in faccia cos'è migrare, di chilometri o millimetri, per noi umani. È in bella vista sotto i nostri occhi che talvolta si nascondono certe verità degli esseri umani. C'è quest'ansa del Tevere, per dire: Porto Giordano. Minuscolo lembo di terra dove si spalanca una Roma eccentrica, tana e territorio di una tribù di ratti su cui veglia, guida e madre, la Ratta. Decine, centinaia di esemplari che prosperano colonizzando, finché l'urto di inondazioni e disastri li costringe a migrare. A sottrarsi da agguati di terra e di cielo. A difendersi dagli uomini. Non tutti gli uomini, però, non tutte le donne. A Porto Giordano c'è infatti una coppia di anziane e memorabili sorelle, Lidia e Faustina, che sperimentano per l'umanità sintonie, convivenze, su cui i più non posano lo sguardo. E c'è uno Scrittore che ha la voglia e lo spirito di scoprire, osservare, conoscere, appartenere a quell'umanità, diventare compilatore di storie migranti che dicono migrazioni: dall'Africa a Coney Island, dal bar Pedrelli ritrovo di intellettuali e intellettualini a Villa Solesia, clinica per i disturbi della memoria, fino al Chilometro, un segmento pasoliniano di stradone che non viene e non va da nessuna parte fiancheggiando cento casette. Quella di Alfredo Speranza è un'architettura narrativa che intreccia sapientemente passato e presente, geografie e storia: forse perché la scrittura stessa è migrazione, è ascoltare storie che arrivano e vanno, è scrivere storie che andranno e torneranno. 

 


 

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