«In attesa del taxi, il cielo blu nell'attimo prima della sera ci faceva ballare avvolti da un'aria elettrica, accompagnati dalle occhiate del portiere e di qualche passante che si fermava a godere del nostro spettacolo inaspettato, trasformando l'ora del tè in un momento eterno per lo champagne.»
«Cosa c'è dietro "Il grande Gatsby"? Prima cosa una grande storia d'amore, e poi una grande donna: la storia struggente di un'artista intrappolata da un'epoca che non sa riconoscerla e da un uomo che non vede altro che se stesso. Entrando vorticosamente nel pensiero di Zelda, Pier Luigi Razzano ci consegna una voce intima che, mentre racconta, costringe a farsi domande, a prendere posizione» – Valeria Parrella
Della vita e della morte di Zelda Fitzgerald, nata Sayre, crediamo di sapere tutto: della sua vivacità, del suo essere stata la musa di uno dei più grandi scrittori d'America, del suo aver scritto racconti e un romanzo, della passione per il ballo, e per gli alcolici, della sua prima vita nella provincia americana, e della sua seconda vita, dopo il matrimonio con Francis Scott Fitzgerald, in stanze di alberghi bellissimi e nelle più belle città d'Europa. Sappiamo del suo essere stata in manicomio. Ed è proprio dalla stanza di una clinica in Svizzera nel 1930 che, inaspettatamente, la storia comincia, e si dipana per tornare indietro, a quando Zelda avrebbe dovuto ballare sul palco del San Carlo di Napoli. E avrebbe voluto farlo se solo Fitzgerald non l'avesse ricondotta al suo ruolo di moglie e madre, privandola della sua grande occasione. Ci si accorge dunque, prima con sospetto e poi con certezza, che conosciamo di Zelda quanto di lei ci ha detto Scott. Così, in questo romanzo, a parlare è Zelda, che ci racconta, in prima persona, del suo essere scrittrice prima di aver conosciuto Fitzgerald
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