L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Soprattutto sul lavoro dei para-schiavi, uomini e donne senza diritti che mandano avanti gran parte della nostra economia. Un libro inchiesta durissimo, che farà molto discutere.
Gli spaccapietre cinesi, i braccianti
macedoni, le badanti ucraine, i rider africani, i bengalesi nei cantieri
navali, gli allevatori sikh. Da una parte la necessità delle aziende di
competere a livello globale sui mercati, dall'altra la rivoluzione
digitale, da un'altra ancora la possibilità di usufruire di servizi e
merci a prezzi bassi ci portano a nuove forme di schiavismo, più
sottili, più opache, talvolta legalizzate. Attraverso le storie e le
testimonianze di questi lavoratori emerge un paese che utilizza gli
schiavi perché servono a tutti: ai padroni, ma anche ai consumatori che
vogliono spendere meno, a chi si oppone agli sbarchi ? ma poi assume
manovalanza in nero ?, a chi sostiene idee progressiste ? ma poi
usufruisce di prodotti sottocosto grazie alla manodopera sottopagata.
Nessuno può chiamarsi fuori: né la politica, né i grandi sindacati, né
le istituzioni, né i cittadini consumatori, né le aziende. Neppure i
migranti che spesso, una volta capito come funziona, diventano loro
stessi sfruttatori dei propri connazionali. Siamo tutti ingranaggi di
questo meccanismo che sembra stare bene a tutti, ma mette tutti in
pericolo.
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